La pasta alla Carbonara: americana d’origine, italiana d’adozione
Cremosa, profumata e succulenta: quale che ne sia l’interpretazione – classica o gourmet – se parliamo di pasta alla Carbonara parliamo di Roma, dei suoi vicoli e del chiasso festoso della sua gente riunita nelle trattorie di quartiere.
Eppure, sbirciando indietro nel tempo, nel Talismano della Felicità – “bibbia” gastronomica dedicata alle tradizioni capitoline – della Carbonara non c’è traccia. Erano gli anni Trenta, e la gastronoma Ada Boni non inserì la ricetta nel suo libro: perché?
Uva, formaggio e… bacon: l’incontro degli americani con la “cacio e ova”
Rovistando tra i numeri da collezione de La Cucina Italiana, scopriamo che la prima menzione della Carbonara risale alla fine degli anni Quaranta, in una versione che la proponeva con groviera, aglio e prezzemolo.
Si trattava, forse, del tentativo di “italianizzare” un piatto che si stava rapidamente diffondendo nel Belpaese del secondo dopoguerra, e che proprio tra i fronti bellici era stato inventato.
Si racconta che le forze americane Alleate, impegnate sul fronte Reinhard tra Lazio, Molise e Campania, si affezionarono alla pasta corta “cacio e ova”, tipica del centro Italia, mantecata con pecorino e uova fresche.
I soldati, innamorati del bacon, osarono l’aggiunta di bacon essiccato, inserito nel loro rancio quotidiano; sopperiva, in sua mancanza, il guanciale locale.
Nasceva, così, la pasta alla Carbonara, incredibile esempio di meltin’ pot gastronomico. Il suo nome è, forse, un omaggio ai boscaioli degli Appennini, nella sua accezione di versione 2.0 della “cacio e ova”.
Spaghetteria e Carbonara: degusta da PummaRe’ la mantecatura perfetta
Da PummaRe’, ne proponiamo la migliore versione tradizionale, con guanciale croccante di Amatrice, pepe nero macinato fresco e pecorino romano Buccia Nera di Brunelli: tirato, salmastro, salato a secco. Un condimento squisito, che si bilancia e manteca alla perfezione con la nostra selezione di paste secche artigianali di alta qualità: da quella di Gragnano, a quella dei pastifici Mancini e Dei Martelli, entrambe trafilate al bronzo, porose, praticamente perfette per la mantecatura.